Mercoledì 28 giugno 2017 h. 21 in V.le Gran Sasso, 22 – Milano
il Calendario scientifico 2017 di APG presenta le seguenti relazioni:
3a serata- II ciclo di incontri : “Il ruolo della psicologia nell’emergenza”
mercoledì 28 giugno 2017, ore 21.00
C. Castelli: “Tutori di resilienza. Interventi psico-sociali in contesti di vulnerabilità”
Un’attenzione particolare per i bambini e in generale l’interesse per un tema caro alla psicologia, quale il ruolo dell’interazione individuo-ambiente sugli esiti del loro sviluppo in situazioni di sofferenza, ha portato ad approfondire linee teoriche e risvolti applicativi finalizzati ad elaborare programmi d’intervento utili a sostenere le capacità d’adattamento resiliente.
Interventi, definiti di resilienza assistita, sono stati studiati e validati dal RiRes “Unità di ricerca sulla resilienza” dell’Università Cattolica di Milano in diverse situazioni di post-emergenza conseguenti calamità naturali quali terremoti ( Haiti, Molise, Abruzzo ) e tsunami ( Sri Lanka, 2004).
Più recentemente, gravi emergenze provengono da violenze e guerre orientando RiRes a sostegno dei bambini e delle famiglie che dall’area medio-orientale fuggono cercando protezione e una nuova dimensione di vita lontano da casa.
Oggi disponiamo di nuove ricerche e nuove indicazioni teoriche su come l’essere umano, messo a confronto con disagi e traumi, possa, con l’aiuto degli altri, organizzare strategie di ripresa invece di soccombere alla patologia (Vanistendael S.et al. 2000; Anaut M., 2003; Cyrulnik B., 2009; Castelli C., 2011; Lecomte J., 2004; Ionescu S., 2011).
In particolare ci riferiamo all’ambito teorico e applicativo che si sviluppa attorno al concetto di resilienza e, collegate ad esso, gli studi sulla capacità umana di utilizzo della memoria e della narrazione individuale e collettiva, per attribuire significati agli eventi e da questi attingere nuova forza per affrontare gli stessi.
Numerosi studi riferiscono dei legami tra espressività, fattori di rischio e resilienza; più il tasso di espressività è elevato, più il peso dei fattori di rischio diminuisce. L’attivazione di sentimenti e di emozioni collegate al ricordo e presentate sotto forma di narrazione verbale o artistica influenzerebbe, secondo la moderna letteratura sul trauma, l’instaurarsi del processo di resilienza permettendo la sublimazione dell’esperienza traumatica.
Secondo Cyrulnik (2002) i bambini che conservano dentro di sé memorie di sofferenza che irrompono di continuo nella mente, rendendoli prigionieri del loro passato traumatico, hanno la possibilità di sfuggirvi mediante la parola che permette loro di riattivare e riformulare i ricordi negativi per trasformarli in narrazione.
Ma in che cosa consiste questo cammino? Il termine resilienza, inizialmente applicato dai fisici alla resistenza dei materiali, per indicare la proprietà fisica di alcuni materiali di piegarsi senza rompersi malgrado le forti pressioni, è ora ampiamente utilizzato nelle scienze umane.
In psicologia infantile la resilienza è un processo che implica la capacità del bambino di crescere armonicamente malgrado le difficoltà che incontra sul suo cammino, permettendogli un adattamento costruttivo di fronte alle circostanze che minacciano l’integrità della sua persona (Cyrulnik B., 2002; Anaut M., 2003; Lecomte J., 2004; Vanistendael S., 2009; Di Sabato P., Viscardi E., 2010). Di tale processo questi autori hanno sottolineato come, di volta in volta, aspetti biologici, psico-affettivi, sociali, spirituali e culturali s’intrecciano per permettere un nuovo sviluppo dopo un trauma psichico o vissuti di vulnerabilità prolungata.
Si può dire, allora, che in psicologia il concetto di resilienza oltrepassa la semplice idea di capacità di “resistenza” a prove difficili della vita, connotandosi per un carattere più dinamico che implica un processo di adattamento, ovvero la possibilità per le persone in difficoltà di riorganizzarsi, riparare le ferite e possibilmente ricostruirsi.
Figure di riferimento, i tutori di resilienza, sono gli adulti che, nonostante non possano sempre guarire le ferite, hanno il ruolo essenziale di promuoverne la cicatrizzazione. Con sguardo valorizzante, creano l’ambiente favorevole nel quale si possa parlare, scrivere, disegnare e attraverso precise tecniche d’intervento rielaborare i vissuti emotivi legati ai ricordi degli eventi negativi vissuti.
Daniela Marzana: coordinatrice.
L’incontro si terrà come di consueto presso la sede APG, Viale Gran Sasso 22, Milano.
Breve Biografia di Cristina Castelli
Cristina Castelli è docente fuori ruolo di psicologia dello sviluppo presso la Facoltà di Scienze della Formazione all’Università Cattolica di Milano.
E’ co- direttrice del master “Relazione d’aiuto in contesti di sviluppo e cooperazione nazionali ed internazionali”.
E’ membro del consiglio direttivo di: CROSS ( centro di ricerche per l’orientamento scolastico-socioprofessionale); di CESI ( Centro d’Ateneo per la solidarietà internazionale);
Ha promosso azioni umanitarie in favore di bambini colpiti da tragedie conseguenti guerre, migrazioni forzate e catastrofi naturali in: Somalia 1993, Kosovo 1999, Sri Lanka 2004, Haiti 2010, Afganistan 2010, Gaza 2013, Libano 2013 e ora in Giordania e Kurdistan Irakeno.
E’ fondatrice e presiede diverse istituzioni in Università Cattolica la “Fabbrica del Talento”, l’Associazione Francesco Realmonte onlus, il CUCS (coordinamento universitario per la cooperazione e sviluppo) e il RiRes ”Unità di Ricerca sulla Resilienza “ presso il Dipartimento di psicologia.
Queste esperienze sul campo l’hanno impegnata operativamente e scientificamente con riflessioni teoriche riguardanti soprattutto il tema della resilienza che sono pubblicate in tre volumi: “Resilienza e creatività”, “Sport e Resilienza” e “Tutori di resilienza”